Chi l'ha detto che non leggiamo...

Lo sanno tutti che siamo quelli che leggono di meno in europa. Libri, giornali, etichette dello shampoo, pare che superata la 5 elementare la voglia di conoscere ed imparare ci abbandoni tutti.
Ma l'altro giorno ho fatto una osservazione, forse cretina.
Nella metro dei paesi del nord, per intenderci quelli dove si leggono 72 giornali procapite + 4 volumi dell'enciclopedia al giorno, tutti leggono qualcosa. Pare che se non hanno qualcosa sotto gli occhi entrano in confusione. Entrano dalla porta e bum, giù a leggere (rigorosamente con ipod alle 'recchie, ma come cazzo fanno...).

Grazie al ca... che leggono il triplo di noi, ecco le riflessioni illuminate::
a) Noi non abbiamo la metro, e dove c'è, è una merda.
b) Se ti distrai a leggere (tanto più se c'hai anche l'ipod), ecco fatto che in due fermate ti hanno tolto pure le mutande. Te ne accorgi sono quando per ultimo ti sfilano anche il libro.
c) In metro da noi è sempre estate, ed è pieno di gnocche. Sarebbe un peccato non spizzarsele e catalogarle per generi (con intento scientifico).
d) La metro da noi assomiglia di più alle montagne russe. Se leggi ti viene il mal di mare. Travelgum, presa ben salda e postura da surfer australiano.
e) Se proprio ti scappa che devi leggere qualcosa c'è sempre il vicino col giornale. Leggi il suo.

Proporrei, infatti, che nelle statistiche sulla lettura si moltiplichi di un fattore 3 o 4 il numero di lettori di quotidiani. Ho personalmente osservato che in metro si sperimenta gia da tempo la lettura socialista del quotidiano. Uno lo compra e 3-4 spizzano.

L'esperimento, che solo l'italica creatività poteva ideare, in realtà contiene in nuce almeno due aspetti rivoluzionari.
Prima di tutto la natura di progresso sociale. Il senso di appartenenza alla comunità si giova grandemente dell'aggregazione estemporanea, casuale e priva di barriere culturali che si viene a creare in luoghi altrimenti adibiti al trasporto verso il posto di lavoro.
Di pari importanza poi, è che si fomenta una lettura più pluralistica dei fatti, favorendo l'emergere di maggiore consapevolezza. Il sampling della testata giornalistica è infatti di tipo pseudo-random, e quasto porta sul lungo termine ad una lettura globale e mediata delle interpretazioni politiche e culturali.

Insomma, la Svezia è già qui, ci mancano solo le bionde.