Concluding Remarks

Insomma tra nemmeno due settimane (i rinvii questa volta dovrebbero essere finiti) finalmente rientrerò in Italia. E come da copione è tempo di bilanci e di buonismo del cavolo. Ebbene si, non me lo sarei certo aspettato, ma in fondo questa america non è poi così male. Per mesi ho raccontato e preso per il culo, la cultura, il sistema e la società di questo paese ed ora invece cercherò di difenderlo (parzialmente).

Cambridge che credevo una città di morti, in realtà si è rivelata abbastanza vivace. Diverse piazze hanno un buon numero di locali niente male, da quelli sfatti a quelli un po più precisi. Tanta musica dal vivo e prezzi abbordabili. La scena indipendente è oggettivamente preponderante rispetto alla mediocrità abituale, tanto per fare un esempio, c'è un multisala (cinema) che propone solo film europei o produzioni minori, spesso in aperta opposizione alla politica attuale degli USA. La musica sia che tu la voglia comprare registrata o dal vivo è davvero una componente importate da queste parti. Band che in europa reputeresti indipendenti tipo materiale da "ricercatore" musicale, qui sono la norma. Tra l'altro i cd ed i vinili non costano un cavolo, e ci sono negozi dell'usato che voi umani... non potreste nemmeno immaginare se andaste sulla costellazione di vega a bordo di un cinquino... mortacci loro, la mia valigia è già fottutamente piena, e non potrò riportare nulla.
Certo non sarà una città comunista, come in precedenza ho sottolineato, ma un ché di indipendente e critico rispetto alla media bisogna concederglielo. Siamo pur sempre nella città di Harvard e del MIT, studenti e professori, almeno tre minuti di cervello al giorno li useranno pure per riflettere su questioni esterne al loro lavoro accademico, no? Speriamo.
Contare i premi nobel ed i capoccioni senza nobel che sono passati di qui è quasi impossibile, ed ora capisco perchè! se lo hanno fatto ci si sono fermati più di qualche giorno. Questa è una città della ricerca, un oasi dei liberali americani, con un clima decente l'estate, ed un inverno in cui conviene solo che lavorare. Ed è mooolto lungo.

.....se hai la fortuna di nascere bianco, sano, da famiglia liberal e ricca, nel Massachusetts o New York, e se qualche santo ti fornisce di adeguata intelligenza qui è il posto dove stare. (peccato che tutte queste cose insieme non si verifichino così di frequente)

Per il resto l'america è quello che è, chi più chi meno, tutti ne abbiamo parlato e discusso almeno una volta. E' il regno del business, dell'individualismo, e dell'apparire. Il paese dove puoi morire se non hai l'assicurazione medica, ma anche quello dove se hai una buona idea puoi diventare milionario. E cazzo se è vero!
Se ti puoi permettere una buona educazione, le porte sono tutte aperte, e ti puoi permettere una vita che in quanto a qualità e consapevolezza non ha nulla da invidiare a quella delle migliori democrazie europee. Appunto con una buona educazione. Ho incontrato e vissuto con americani informati sul mondo, che viaggiano e parlano almeno 2 lingue. E' sempre un piacere vedere e conoscere la loro visione del mondo riguardo la politica interna ed esterna del loro paese. Illuminante.
Ma poi ti capita di conoscere altra gente, laureata, che non sa cosè la Svezia. Parla solo inglese, e si lamenta se andando all'estero non parlano la loro lingua con accento corretto. Crede alle fregnaccie che sente in TV su Iraq & Co. e piange i morti a New Orleans senza crocifiggiere il coglione di Bush che 2 anni prima aveva tagliato i fondi per rinforzare le dighe della città.
Che vuoi, potere dell'educazione, come avere un paese di laureati che non sa un cazzo.

1 comment:

Anonymous said...
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